"Aaahi, la mia testa!!.. ma che è successo??..", chiese Gioia risvegliandosi lentamente sul suo sedile.. accanto a lei Serena e suo padre Marco la guardavano preoccupati, ma alla vista del suo risveglio tirarono un sospiro di sollievo..
"santo cielo, Gioia!!.. ci hai fatto venire un colpo!!.. ti stavo dicendo una cosa e tu sei svenuta all'improvviso.. sei caduta in avanti e hai battuto la testa contro il sedile.. fortuna che mio papà ti ha presa, altrimenti saresti del tutto caduta per terra..", le spiegò l'amica un po' agitata..
"oh porca, com'è possibile??.. eppure mi sentivo bene, benissimo..", esclamò Gioia..
"e adesso come ti senti??..", le chiese Marco..
"mi fa un po' male la testa, dalla botta forse.. per il resto sto bene, grazie.."
"meno male.. dai stai lì tranquilla.. fra due ore e mezza arriviamo.." concluse il distinto signore..
per tutto il resto del viaggio se ne stettero tutti e tre in silenzio a guardare fuori dal finestrino.. ognuno era immerso nei suoi pensieri: Marco pensava alla nuova vita lavorativa che l'attendeva; Serena pensava al paesaggio, s'immaginava la meraviglia di una città nuova, estera, completamente sconosciuta e si preoccupava per la lingua; e Gioia pensava a cosa avrebbero trovato in quella città così grande e moderna, chissà quanti cinema, quante discoteche e s'immaginava di incontrare anche un bel ragazzo con cui passare il tempo..
l'arrivo dell'aereo a Granada risvegliò un po' tutti che, dopo tutte quelle ore di viaggio, non vedevano l'ora di camminare coi piedi per terra..
fuori dall'aeroporto il sole del primo pomeriggio era alto e caldo e illuminava tutte le case intorno ai nostri tre amici..
"allora, secondo Google Maps il nostro albergo si trova a 10 minuti in macchina dall'aeroporto..", informò Marco col suo smartphone in mano..
"volete che andiamo lì a piedi o prendiamo un taxi??..", chiese lui..
"per me va bene anche andare a piedi..", rispose Serena..
"sì sì, andiamo a piedi, che ci fa bene camminare dopo tutte queste ore di aereo..", giustificò Gioia..
"sei sicura di voler andare a piedi??.. non è che poi ci svieni di nuovo, vero??..", ipotizzò l'amica..
"ma no!!.. adesso mi sento bene.. penso che sia stato il cambio di pressione che mi ha dato fastidio.. comunque adesso mi sento talmente in forma, che potrei girare tutta la città a piedi senza stancarmi!!.."
"va bene, allora andiamo..", disse Marco e partirono..
"scusa Marco.. ma resteremo per tutto il tempo nell'albergo??..", gli chiese Gioia con curiosità..
"intendi per tutto l'anno??.. no, resteremo lì finché non avremo trovato un appartamento adatto a noi.. spero di riuscir a trovarne uno vicino all'ufficio, non importa se costa tanto.. non saremo ricchissimi.. ma quel che serve ce lo possiamo permettere..", rispose l'uomo sorridendo alla ragazza..
l'albergo, modesto a tre stelle, si trovava appena fuori dal quartiere, a pochi minuti in macchina dall'ufficio di Marco..
dopo aver disfatto i bagagli, il sole era ancora caldo e il tardo pomeriggio era ancora lungo, tanto che l'uomo ebbe un'idea:
"ragazze, che ne dite di andare a farvi un giro per il quartiere, mentre io chiedo come arrivare all'ufficio col pullman??.."
"wow, bellaz!!.. subito, grazie Marco!!..", rispose entusiasta Gioia..
"ok, queste sono le chiavi dell'albergo.. state attente a non perdervi, va bene??.. e non accettate nulla dagli sconosciuti, specie le canne!!..", le avvertì ridendo..
le due amiche erano così contente di essere in uno stato straniero, che quasi non ci credevano.. il paesaggio era pieno di verde, ma non era poi così moderno come se lo aspettavano..
"che bella giornata!!..", disse Gioia.. "chissà se ci sono cinema qui intorno.. proviamo a vedere se.. oooh.." Gioia si fermò di colpo con lo sguardo fisso davanti a sé..
"guarda Serena, quella piuma che vola.. vieni, seguiamola, andiamo a prenderla!!..", disse Gioia con voce tranquilla e si mise a correre in direzione di una grande piuma bianca che volteggiava sospinta dalla brezza, poco più in alto delle loro teste..
"ehi, Gioia!!.. aspetta!!.. guarda che non dobbiamo perderci.. dai Gioia, è solo una piuma!!..", piagnucolò Serena correndo dietro l'amica..
"dai vieni, dobbiamo assolutamente prenderla!!..", ribadì lei..
Gioia continuava a correre, senza fermarsi e senza distogliere mai lo sguardo dalla piuma..
"ma perché sto correndo così dietro ad una piuma??..", si chiese lei mentalmente.. "è impossibile, non riesco a fermarmi!!.. voglio vedere dove va, voglio prenderla.. ma perché mi interessa così tanto, in fondo è solo una piuma bianca!!.. ma voglio seguirla, voglio seguirla!!.." e intanto correva, sempre più veloce, sempre più lontana, fino a raggiungere un vecchio binario..
"Gioia, fermati!!.. torniamo indietro!!..", urlò l'amica.. ma Gioia non l'ascoltò.. continuò a correre lungo il binario, sempre seguendo la piuma.. arrivarono ad una piccola stazione, dove era fermo un vecchissimo treno a vapore azzurro e bianco, acceso, pronto a partire.. sembrava proprio che stesse aspettando che salissero loro per poi mettersi in viaggio..
"Gioia, ferma!!.. non puoi salire su quel treno, non sappiamo nemmeno dove va!!..", cercava di fermarla Serena.. ma Gioia non le prestava la minima attenzione e salì sul treno.. le porte si chiusero subito e il trenino partì lentamente, lasciando Serena a terra, accanto al binario, immersa nel vapore umido di quel veicolo vecchissimo..
"maledizione!!.. e adesso chi lo dice al papà??.. un momento, sono sicura di averla vista volare sopra il treno..", pensò Serena.. si guardò intorno a lei, guardò per terra, guardò in alto cercando qualcosa, ma inutilmente: la piuma bianca era sparita..
CONTINUA...
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