Friday, May 3, 2013

capitolo VI - una creatura divina..

(capitolo V - la chiesetta bianca)


Gioia si spaventò talmente tanto, da rimanere immobile con gli occhi sgranati, guardando fisso davanti a sé, nel buio più totale, avvolta solo dal silenzio e dal quel buon profumo di fiori.. non aveva freddo e neanche caldo, stava bene, si sentiva tranquilla, nonostante lo spavento.. ma non riusciva a capire cosa fosse successo, perché la porta si fosse chiusa all'improvviso e perché non aveva paura di trovarsi lì tutta sola in una minuscola chiesetta buia..
ad un certo punto scrutò meglio davanti a sé e fu incuriosita da quello che stava vedendo..
"forse mi sbaglio, forse sono i miei occhi che hanno qualche problema.. ma laggiù non ci sono dei puntini bianchi fluttuanti??..", pensò..
infatti, proprio davanti a lei, ad una distanza di circa quattro metri, all'altezza del suo sguardo vi erano tanti piccolissimi puntini bianchi luminosi che vagavano in cerchio, come uno sciame di mosche.. poi il gruppetto di luci iniziò ad ingrandirsi, sempre di più, sempre più luminosi, sempre più brillanti, tanto che gli occhi di Gioia cominciavano a provare un leggero fastidio.. la ragazza si mise una mano davanti per proteggersi da quella luce così intensa, mentre osservava lo spettacolo di quel bagliore bianco, dalle sfumature azzurrine verso l'esterno e dalla forma irregolare.. cresceva sempre di più, fino ad assumere una sagoma umana.. sì, stava proprio prendendo la forma di una persona: Gioia riusciva a riconoscere la forma di una testa, due braccia e il corpo a forma triangolare, come se l'individuo indossasse un lungo vestito.. piano piano la sagoma diventava sempre più nitida, e, finalmente, ecco che apparve la figura di una ragazza immersa nella luce bianca: aveva i capelli molto lunghi, lisci e dorati; sopra la fronte aveva una brillantissima corona argentata, come quella delle principesse; indossava una lunga tunica bianca e azzurra, dalle maniche lunghe, con una corda dorata intorno alla vita; era talmente lunga da toccare il pavimento, così da non scoprire i piedi.. ma il particolare più interessante che stupì Gioia furono due grandi ali bianche che spuntavano da dietro la schiena della ragazza: era un angelo, un favoloso angelo brillante dall'espressione pacifica e serena..
Gioia se ne stava lì immobile ad osservare l'angelo senza dire nulla.. notava una certa somiglianza fra il suo volto e quello della creatura, solo che il suo era più brillante, più acceso e anche più sano.. d'altronde, pensava Gioia, si trattava di un angelo e quindi doveva per forza essere perfetto..
però, visto che Gioia non accennava minimamente ad attaccar bottone, fu la luminosa creatura a parlare e le disse con voce molto dolce:
"ciao Gioia!!.."
Gioia si scosse e rispose con grande stupore:
"cosa, ma.. ma.. come ca.. come fai a sapere come mi chiamo??.."
"io ti conosco, Gioia..", rispose l'angelo..
"davvero??..", domandò la ragazza.. "io invece no, chi sei tu??.. sei un angelo, vero??.."
"sì, sono un angelo.. ti ho chiamata io.. e tu mi hai ascoltato.. finalmente sei venuta, ti stavo aspettando.. benvenuta nel nostro mondo!!..", disse l'angelo allargando le braccia in segno di accoglienza.. Gioia continuava a non capire e chiese alla ragazza:
"non capisco, dov'è che sono esattamente??.. ah, scusa, tu come ti chiami??.."
"io non ho un nome preciso, ognuno mi chiama con il nome che più crede sia appropriato a me.."
"ah.. quindi se io volessi chiamarti per nome, dovrei inventarmelo??..", chiese Gioia..
"beh, non esattamente.. guardami bene e cerca un nome che mi rappresenti.."
Gioia guardò meglio l'angelo, concentrandosi su una denominazione valida che s'addicesse maggiormente alla sua figura.. banalmente le venne in mente una soluzione e disse con fierezza:
"Angela!!.. direi che è appropriato, no?, sei un angelo e sei una ragazza.. perciò ti vedo bene con il nome Angela.."
"perfetto, d'ora in avanti mi potrai chiamare con questo nome..", sorrise la ragazza..
"ma non capisco..", continuò Gioia.. "allora gli angeli esistono.. perché mi hai chiamata??.. e come hai fatto a chiamarmi??.. insomma, mi puoi spiegare cosa sta succedendo, perché io sono talmente confusa, che non so più se mi trovo sulla Terra o su Giove!!.."
"calma, calma..", fece Angela avvicinandosi a Gioia.. "vieni, andiamo fuori, ti faccio vedere cosa c'è in questo mondo e ti spiego con calma dove sei, perché sei qui e per quanto resterai qui.. adesso però usciamo, immagino che anche a te piaccia il sole.."

fuori dalla chiesetta Gioia ebbe un attimo di perplessità e restò senza parole nel vedere il panorama: erano sparite tutte quelle colline verdi ricoperte di fiorellini, mentre dritto davanti a lei si distendeva una lunga stradina sassosa.. c'erano poi prati, ruscelli, qualche alberello qui e lì e tante piccole casette colorate.. volavano uccellini, scorrazzavano cagnolini, ma soprattutto, tanta gente camminava in lungo e in largo in questo paesaggio tranquillo e sereno.. guardando meglio la gente, Gioia capì che si trattavano di normalissime persone, tutte differenti, vestite ordinariamente: jeans e maglietta, gonna e camicetta, sandali o scarpe fatte a mano.. erano tutte a gruppetti composti da due o più persone, per lo più da due genitori e uno, due o tre figli.. e tutti camminavano, chi verso destra, chi verso sinistra, chi accarezzava i cani e chi si fermava a riposarsi un po' sulle panchine di legno lungo la strada.. erano tutti così felici, tutti così tranquilli, ma soprattutto, e questo particolare colpì molto Gioia, erano tutti in estrema salute, dal colorito vivace, i capelli tenuti tutti bene e la pelle dall'aspetto giovanile, come se avessero assunto l'elisir della giovinezza e non potessero mai invecchiare..
"chi è tutta questa gente e dove vanno tutti??..", chiese Gioia alla ragazza..
"le vedi??.. sono persone comuni, come te, come chiunque altro tu abbia conosciuto durante la tua vita.. dove vanno??.. nessuno lo sa, loro sono in viaggio, in movimento, perché è questo il loro obiettivo..", rispose Angela..
"cioè l'obiettivo di ognuno di loro è camminare per tutta la vita??..", chiese Gioia stupita e leggermente confusa..
"ma no, non per tutta la vita!!..", rise la ragazza.. "solo fino ad una certa età.. dopo è chiaro che chiunque desidera riposarsi.. a quel punto smettono di camminare e si riposano.. vieni, andiamo per di là, ti faccio vedere la bellezza di questo mondo.."

e così anche Gioia e Angela si misero in cammino, proprio come facevano gli altri, sotto il sole, nella brezza estiva, immersi nella natura vivace e pacifica.. insieme andarono lontano, lontano dalla chiesetta, fra l'altra gente, fra tutte quelle persone così gentili, che salutavano con grande affetto le due ragazze.. e nessuno si stupiva della presenza di quell'angelo, come se tutti lo conoscessero, anzi: molti non solo facevano un gran sorriso sereno ad Angela, ma abbassavano la testa in segno di grande rispetto, augurandole "buongiorno"..
anche Gioia sentiva il forte desiderio di portare grande rispetto alla sua nuova amica, non solo perché sarebbe stata la sua guida durante il loro cammino, ma soprattutto perché era una creatura diversa da lei, superiore, più potente, perfetta.. non aveva paura di lei, ne era piuttosto affascinata e si sentiva orgogliosa di avere come compagna un angelo vero e proprio, che la conosceva ed aveva nei suoi confronti rispetto, gentilezza e comprensione..
"Angela..", la chiamò Gioia.. "ecco, potresti spiegarmi cos'era quel treno che mi ha portato fin qui??.. più che altro vorrei capire come mai è scomparso e perché ci sono salita senza accorgermene.."
"adesso ti spiego tutto con calma..", le rispose l'angelo e si sedettero entrambe su una panchina illuminata dai caldi raggi solari..

CONTINUA...



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